venerdì 28 gennaio 2011

27 Gennaio quindicesimo giorno

Continuiamo la strada presa ieri per Dongola, e' una strada ad una corsia per senso di marcia con linea di mezzeria e rifrangenti centrali, delimitazioni esterne con un'area esterna per la sosta ed il soccorso.
Fatto 0 il Km 195 troviamo benzina dopo 111 Km poi dopo altri 95 dove passiamo il ponte di Dongola e ci ritroviamo sulla sponda sinistra del Nilo.
Da Dongola prendiamo per Abu Dom e poi dritti per la strada nel deserto che arriva a Khartoum via Tam Tam.
Facciamo benzina dopo altri 124 Km e ancora dopo 79 Km, poi facciamo tanica anche se benzina si trova ancora a Tam Tam , poi arriviamo a Khartoum sempre su di una ottima strada asfaltata come da Wadi Aifa.
Le segnalazioni di rifornimenti e stato delle strade continueremo a farle fino a che potremo perche' noi non le abbiamo trovate e non ci piace chi le vende.
Prepartenza dal campo
Inizia a fare caldo, dopo aver passato circa tremila Km adesso fa caldo.. lungo il Nilo abbiamo iniziato a vedere anche in Sudan le coltivazioni del terreno mentre quando abbiamo imboccato la strada nel deserto ci siamo resi conto di quanto il fiume sia l'unica risorsa di quest'area e del fatto che questa strada sia solo una scorciatoia per raggiungere Khartoum e per collegare il Sudan all'Egitto .
Straniero da guardare
La cosa bella di oggi e' stato l'assalto dei ragazzini quando ci siamo fermati in un piccolo paese poco prima di Abu Dom, ci guardavano stupiti  e curiosi ci siamo fatti un po' di foto..per qualcuno di sicuro eravamo i primi stranieri da guardare.
Chiudiamo a Khartoum dopo 736 Km.
Bene noi bene le Moto.

26 Gennaio quattordicesimo giorno

Sudan, verso sud
Oggi dobbiamo recuperare i mezzi all'arrivo della chiatta da Aswan e ci apprestiamo a vivere un'altra giornata fatta di carte e documenti. Prima di andare al porto infatti andiamo alla polizia per timbrare il visto di ingresso poi all'ufficio dove compreremo il permesso di fare fotografie in Sudan..in questi uffici passiamo da varie stanze per graffare fogli, fare timbri, dare soldi, fotografie, scrivere, rispondere.
Arrivata la chiatta e dopo ulteriori due ore di fermo in dogana per il carnet ed altro, si forma la carovana di tre fuoristrada, un furgone e le nostre tre Moto..finalmente muoviamo dentro il Sudan.
Decidiamo di prendere la strada che da Wadi Aifa collega Dongola dunque teniamo il Nilo sulla nostra destra anche se la strada si stacca dalla riva e corre nella zona desertica adiacente dove formazioni rocciose e sabbia sono l'unico scenario. Aspettiamo 160 Km per rivedere il Nilo ed i villaggi di case fatte con mattoni di fango con i bambini che corrono verso la strada al nostro passaggio.
Troviamo benzina dopo 160 Km in un paese dove e' in corso una partita di calcio in un campo con porte fatte di tubi dell'acqua e raccordi, ma... continuo a vedere ragazzi che giocano a pallone e mai a tennis o a golf, chissa' come mai.
Scartata l'ipotesi di dedicare l'imbrunire ad un sito di scavi archeologici decidiamo di fare campo e ci fermiamo, passata Abri, in una zona di deserto protetta da un piccolo promontorio creando un'area di sosta fatta di fuoristrada con gli air-camping il furgone camperizzato e la nostra tenda vicino alle Moto.
Fatta la cena (e' Stefano che pensa alla cucina) si crea quel cameratismo tra falo' e stellata  che rende il campo rilassato e piacevolmente fiero della bella trovata di arrivare in Sud Africa.
La coppia austriaca di fidanzatini in furgone , la coppia olandese di fidanzati quarantenni, tre norvegesi  con notebook e patatine, papa' e figlia (?)...mi mancano gli avventurieri mauritani con Mecedes e Ford Escort sulla pista delle maree..
Chiudiamo ad Abri dopo 195 Km
Abri, il campo per la notte
Bene noi, bene le Moto.

martedì 25 gennaio 2011

25 Gennaio tredicesimo giorno


Conquista dello spazio in traghetto


La notte passa nel dormiveglia, l'aria fredda del nilo (la famosa aria fredda del Nilo...) i continui spostamenti di enormi ciabatte africane (vista da sdraiati) , chiacchiericcio arabo, rumore di motore, spifferi nel saccoapelo (basta, il dormiveglia mi sembra gia ampiamente giustificato).
L'arrivo e' puntuale, 18 ore, e alle 11 sbarchiamo non appena terminate le lunghe formalita' dei soliti biglietti da firmare passaporti da esibire (stavolta anche domande a cui rispondere). sul pontile si sono radunate decine di persone con le tute blu che si riveleranno essere il facchinaggio di tutte le casse e borse viste sul traghetto..al segnale convenuto col funzionario tutti corrono per arrivare velocemente dai passeggeri che da clienti ora si trasformano in datori di lavoro.
Notte in traghetto
Veniamo prelevati da una guida, un "noster" che ci porta in un alberghetto di Wadi Aifa e ci cambia i soldi e ci sbriga le formalita' e domani torna per portarci a prendere le Moto ecc.
Wadi Aifa e' un piccolo villaggio sul lago Nasser, e' un villaggio di piani terra , strutture squadrate colorate di vari colori ed ha una piazzetta che sembra quella di "Cinema Paradiso" solo che senza marciapiedi ne' strada ma solo sabbia. Nella piazzetta ci sono vari ristoranti , le signore del Te', lo spazio dei  tappeti per la preghiera ed il locale con il televisore pieno di tifosi in preda alla partita.. da una parte si vede il lago e dall'altra le formazioni rocciose che incastonano il paese, cani, gatti, bello !
Stiamo passando alcuni giorni senza Moto dunque sappiamo che non dovremo avere cali di tensione, l'idea e' quella di puntare Addis gia da domani pomeriggio con l'unica incognita di sostare o meno un giorno a Kartoum. Ad Addis faremo il punto dopo 7mila Km ed avremo bisogno di mettere mano ai mezzi.
Wadi Aifa, signora del Te'

24 Gennaio dodicesimo giorno

Stamattina seguiamo gli olandesi col GPS e quando arriviamo al Traffic Police formiamo il gruppo con i due fuoristrada inglesi. Gli uffici sono tipo quelli della motorizzazione e c'e' sempre un transitore che ci aiuta (sanno dove gli stranieri devono passare per la burocrazia..) . Nel prendere la via del porto trainiamo una delle Moto che , fortunatamente, durante il traino si riaccende.
Il Porto di Aswan e' una bolgia unicamente per un motivo : il nostro traghetto.
Inizia una trafila interminabile di compilazione di fogli e presentazione di documenti, firme stampi, carnet, addirittura l'acquisto di un francobollo, poi acquistiamo i biglietti per i mezzi e ci dirigiamo ad imbarcare le Moto sulla chiatta scendendo da una lunga rampa in cemento.
Adesso capisco il senso di questa frontiera sul Lago Nasser..e' un trasporto cargo\sociale ! La moltitudine di persone che rientra in Sudan porta con se decine di pacchi e borse pesantissime con prodotti di ogni genere da rivendere  a casa dove, evidentemente, non ci sono . Il costo della treza classe di De Gregori (manca l'odore di mare morto..siamo su di un lago) e' accessibile a tutti ed e' compreso un buono pasto da consumarsi alla mensa del traghetto (Ful, stufato di fave ) .
Una volta saliti a bordo siamo come dentro ad un documentario, oltre a fare caldo siamo circondati da muraglie di scatoloni tenuti insieme da corde di tapparelle e borsoni che vengono mossi tenendoli sulle spalle con il collo reclinato da una parte e fronte imperlata di sudore con gente nera in tunica e ciabatte che va e viene e grida e sposta ostacoli , recinta  con i pacchi quello spazio che tra poche ore servira' per dormire  e come se non fosse sufficiente ci sono anche 63 ciclisti/e di provenienza anglofona che fanno il Tour dell'Africa per i piu' disparati (e condivisibili) motivi umanitari .
Il traghetto e' tipo quello di braccio di ferro, prua alta e poppa bassa con un largo ponte che diventa un accampamento (anche per i tendalini del ciclismo stesi  qua e la) ma , quando il muezzin chiama la preghiera, l'Islam si fa largo ed impone agli infedeli di spostarsi, di fare spazio al loro prostrarsi all'unisono verso la pietra nera.
La giornata si chiude con uno sbalzo termico che dalla maglietta ci porta alla felpa e giubbotto, la notte sara' da tregenda con freddo, rumore, fastidio e calpestio (e preghiera alle 5) ma con una stellata di algerina memoria.
Stiamo "scavallando" il Sahara.. dopo 4mila Km quasi tutti di trasferimento finalmente entriamo in un paese misterioso dove paure ansie ed interrogativi saranno spazzati via dalla molle indolenza (e dall'ospitalita') africana.

domenica 23 gennaio 2011

23 Gennaio undicesimo giorno

Ci svegliamo naturalmente alle sei emmezza, ormai la biologia di ognuno si e' tarata sulle partenze della mattina, colazione sulla terrazza dell'albergo (Nubia Hotel) e siamo tutti per Salha.
La chiatta,in mezza giornata,  si e' trasformata da vuota a strapiena e ora il rischio e' di passare una settimana ad Aswan.. aspettiamo un po' e poi i posti delle Moto saltano fuori.
Resta a terra una macchine di austriaci (fino a Cape Town in 51 giorni ?...very fast !)
Andiamo a fare un documento obbligatorio.."pendenze con lo stato egiziano"..si tratta di un foglietto nel quale degli impiegati di chissa' quale ministero, con uffici dentro (e fuori) una casa alla periferia di Aswan, dichiarano che non abbiamo fatto incidenti (?), non abbiamo denunce (?) ecc (?) . Paghiamo.
Tornati da Salha stacchiamo il gran biglietto di seconda classe che ci permettera' la traghettata in Sudan.
Ad Aswan, Africa, quattromila Km sotto Tunisi un traghettatore dall'Egitto al Sudan dice : italiani ? vostro capo dell'Italia va con le prostitute...

Coordinate GPS ad Aswan :

Ufficio Salha       Nord 24  5  949  Est  32 53 982
Traffic Court       N 24  03  693     E   32   53  153
Traffic Police      N 24  05  043      E   32  54  502
High Dam Port   N  23  58  223     E  32  53  755

22 Gennaio decimo giorno

Sveglia alle cinque, partenza alle sei..dobbiamo essere presto ad Aswan perche' dobbiamo presentarci da Salha alla Nile Valley River Transport per organizzare la nostra partenza in traghetto per il Sudan.
Il confine tra Egitto e Sudan viene fatto traghettando la gente da Aswan a Wadi Aifa ,prima citta' sudanese, nonostante ci sia la strada che arriva ad Abu Simbel praticamente a qualche Km dal confine terrestre tra le due nazioni ; sara' per via del confine conteso ?
Il traghetto c'e' solo una volta alla settimana (il Lunedi') e chi ha mezzi al seguito deve imbarcarli su di una chiatta che partira' ed arrivera' un giorno dopo il traghetto.
Per la partenza del Lunedi bisogna presentarsi al Sabato mattina..fatto i conti ? Sabato, Domenica, Lunedi', Martedi', Mercoled' sera arriva la chiatta...5 giorni per fare un confine gia' pronto in 200 Km di strada.
Il tempo scorre diversamente in Africa.
Il Caronte di Aswan si chiama Salha e si dice Sale', e' lui che guarda ordina controlla..quando sei davanti a lui, per paura di rimanerci per una intera settimana, pendi dalle sue labbra che sparacchiano un inglese veloce e preciso e fai di corsa tutto quello che lui ti dice di fare.
Arriviamo da Salha alle 11.30 tendente a mezzogiorno..si sa..se c'e' un traghetto di mezzo noi buchiamo !
Se ne riparlera' domani ma gia si profila un bagno di dolore al portafoglio perche' "ci sono solo due macchine e voi.." e la chiatta non si muove se non si sborsano ennemila Pound egiziani..
Per bere Birra bisogna trovare posti imboscati nascosti da separe' dietro le porte per non fare vedere il vizio..dentro nella fumosa sala si aggirano (da seduti) personaggi perduti  da teste tra le mani, sguardi indecifrabili, euforie tutto tranne che sospette. Dentro si spaccia Birra.
La giornata, nel mezzo , e' preda del cambio pneumatici... il fatidico cambio dei pneumatici con ansie incorporate.."guarda la mia..gira storta", "che gran camera d'aria", "dobbiamo comprarne di nuove, potrebbero non bastare", e la strafila di angioletti messi in colonna per rimontare quello o quell'altro.
Il gommista e' un bambino di dieci anni.
Chiudiamo ad Aswan dopo 242 Km .
Bene noi, Bene le Moto.

21 Gennaio nono giorno

Oggi valle dei Re, Tempio di Hatshepsut, Medinat Habu e Tempio di Karnak, restiamo fermi per smaltire la fatica e visitare il visitabile.
In occidente quando si visita un sito, un museo, una citta' le informazioni sono a portata di mano in una guida, in un opuscolo e ,per arrivare o girare, si sa quali mezzi ti porteranno o la strada che devi fare..qui devi prendere una guida, un taxi, un referente e tutto si materializza sempre nella stessa persona che diventa "il noster".
Luxor, il turistificio
Questa volta "il nostro" e' Husseini (solo Husseini , non Saddam, non Obama..come ci tiene a dire lui) che resta con noi tutta la giornata, ci porta di qua e di la e quando arriviamo ai siti dice in inglese "la per fare il biglietto, io vi aspetto la o la o la..take your time..." .
La valle dei Re e'  una vera e propria valle con varie diramazioni lungo le quali ci sono gli ingressi di alcune decine di tombe di Faraoni egiziani scavate nella roccia per altrettante decine e decine di metri. Le tombe scendono in profondita' con le pareti completamente scolpite e disegnate da geroglifici  fino ad arrivare ai sarcofagi.
I Templi e la Medinat Habu sono siti monumentali, enormi quanto diroccati, dove si apprezza la maestosita' della costruzione la raffinatezza artistica degli scolpitori e la complessita' ingegneristica degli antichi egizi.
Terminiamo la giornata al ristorante dell'albergo (con piscina..) .

venerdì 21 gennaio 2011

20 Gennaio ottavo giorno

La costante in questa parte di Egitto sono le scorte dei militari, anche oggi (e stanotte addirittura all'uscita dall'internet point c'era la macchina che mi ha aspettato per scortarmi in albergo) ai posti di blocco una vettura faceva da staffetta con quella al posto di blocco successivo..stanno dietro ma se c'e' un intoppo allora vanno davanti e accendono la sirena facendoci saltare la coda dei camion o qualsiasi altra cosa successa.
Ai blocchi sanno sempre che siamo tre italiani in Moto .
Lo scenario di oggi e' quello di ieri con la sola differenza che oggi vediamo il Nilo, placido, enorme, bello pulito e azzurro.
Facciamo fatica a trovare benzina, poi comunque la troviamo.
Luxor e' un turistificio, il museo della mummificazione e' , usando un eufemismo, piccolo, il tempio e' un insieme di rovine con dentro una moschea.
C'e' la scuola Copta, la chiesa cristiana con davanti le guardie armate dietro una specie di barriera mobile in acciaio con oblo' in vetro antiproiettile, c'e' la miseria (quella vera) con mamme e bambini per la strada a chiedere l'elemosina ..la gente si ferma a inveire quando vede che chiedono agli stranieri, scaricando sugli ultimi l'impotenza del sistema sociale che hanno scelto.
Gli egiziani di Luxor si radunano a fumare narghilet e giocare con una dama particolare da giocare dentro una scatola di legno bassa e con regole differenti.
Nei bazar dove si ha la sfiga di capitare si e' presi d'assalto con le cianfrusaglie piu' inutili e credo anche con diverse prese per il culo .
Luxor mette in mostra quello che ha  dunque un passato depredato in qualunque modo (e sparso per i musei del mondo) e enormi rovine.
Chiudiamo a Luxor dopo 362 Km.
Bene noi, bene le Moto.

mercoledì 19 gennaio 2011

19 Gennaio settimo giorno

Saltiamo El Giza, stiamo guidando in continuazione per poterci ritagliare un giorno di riposo a Luxor e riuscire a vedere qualche sito.
Il fango e le intemperie ci hanno reso di un aspetto tra il trasanda e l'aggressivo che insieme alle barbe fanno di noi dei soggetti, cosi al primo impatto, poco raccomandabili.
Incredibile ma il freddo non molla, lungo il Nilo riusciamo a toccare con mano la giografia e vedere "le valli lungo il Nilo rese fertili dal limo depositato dalle piene"..viaggiare cosi, a 500 Km al giorno, permette anche questo.
Lungo il Nilo, a seconda delle pieghe della strada, siamo immersi nella bruma fredda intorno ai campi o nei canyon e nelle dune scavate o create dal vento e dai salti termici tipici del Sahara.
I paesi che attraversiamo potrebbero trovarsi nell'Uttar Pradesh indiano, stesse scene di strade di fango, carretti, gente per strada, buoi (addosso...questa e' per Steve) mercatini, sacchi di liuta pieni d'erba, asini stipati di raccolto, motorini, biciclette, clacson, cani vivi, un povero Re e povero anche il cavallo (a be', si be').
Anche se sembra che ci sia una sola strada, la sbagliamo.
Bruma del mattino
E' un continuo di posti di blocco ed in un paio addirittura ci seguono con una auto fino a quello successivo.
L'albergo stavolta e' un kich\decadente ma con doccia calda. Dunque perfetto.
Chiudiamo ad Assyut dopo 526 Km.
Bene noi, bene le Moto.

18 Gennaio sesto giorno

Sprazzi d'albergo
Lo scenario egiziano migliora rispetto alla Libia, qualche coltivazione, piu' pulizia o magari solo meno sporcizia per mancanza di gente.
La costa egiziana non e' ancora abitata lungo la prima parte ma i lavori di costruzione di migliaia di appartamenti e residence (Marassi...?!) prospettano l'arrivo di coloni in quantita'.
Rifornimentodi benzina libica (costava meno...)
Oggi prendiamo tutto, acqua e vento in mattinata, col pomeriggio un dolce sole ci accompagna nell'attraversata del nostro primo scenario desertico egiziano.
La strada di oggi e' costellata di guadi e, finalmente, volta a sud dunque verso il caldo anche perche' siamo nuovamente vestiti come se fossimo ancora in Italia.
Mancano un centinaio di Km ad El Giza e stavolta l'albergo e' quello di Dario Argento in Inferno..quello delle tre Mater...io mi piglio mater sospirorum..!!
Chiudiamo ad Abar al Brins dopo 558 Km.
Bene noi , bene le Moto.

17 Gennaio quinto giorno

Dal Motel in mezzo al deserto partiamo col sole ma tempo un paio d'ore la giornata si trasforma in un calvario di pioggia freddo e vento, la guida piegata e i sorpassi dei camion continuano a disturbare una guida  di per se gia' attenta visti gli allagamenti sulla ormai mitica e solita "strada nazionale".
Passare in Libia , per un italiano, ha un significato particolare ; costringe a chiedersi da che parte si e' e da che parte si sarebbe stati, in cosa ci si riconosce di quel passato. Ne abbiamo parlato a cena e siamo stati d'accordo nel riconoscerci nel movimento partigiano, in quegli ideali, in quei valori.
Bivio
La giornata sbatte contro la frontiera libica in uscita ed in quella egiziana in entrata e se la prima ci viene sollevata da Khaled, la seconda e' un susseguirsi di rimbalzi tra uffici e personaggi di transizione che ci alleggerisce di valuta e ci lascia liberi di entrare in Egitto sotto l'ennesimo temporale.
Il Djebel di Stefano non gradisce l'acqua.
Oggi abbiamo salutato  Khaled, una presenza discreta e simpatica , una persona orgogliosa ma non per questo schiava.
A Salun, primo paese egiziano, troviamo conforto in un hotel costoso quanto devastato.
Pioggia
Chiudiamo a Salun dopo 324 Km.
Bene noi, bene le Moto.

16 Gennaio quarto giorno

La giornata di oggi scorre lungo la strada nazionale Libica, sempre lungo la costa mediterranea , ed e' una giornata fredda all'inizio e alla fine con un buon caldo in mezzo, un vento trasversale che ci costringe a guidare piegati da un lato.
I camion a rimorchio che ci sorpassano prima ci spingono da una parte poi ci spingono in avanti dunque l'attenzione deve essere sempre alta per non sbandare eccessivamente.
La benzina in Libia costa circa 10 centesimi di euro al litro....
Milanisti in Libia
Questo e' il secondo giorno in Libia e la sensazione che abbiamo e' quella di un paese in ostaggio, fermo, arretrato.. lungo la costa non c'e' nulla per ospitare stranieri o villeggianti locali, le spiagge sono vuote e sporche e anche i dintorni della strada somigliano a lunghe discariche, pochi negozi, facce serie e cani morti a decine.
Il nostro Khaled ci mette in guardia su un possibile problema futuro..."il cammello non si vede... (la notte sulla strada)...non c'e' niente da fare.... non si vede !!! "
Trasferimento verso l'Egitto
Per la notte ci fermiamo in mezzo alla strada che taglia il deserto in una scorciatoia che salta il gomito della strada nazionale a nord e il "motel" che troviamo si dimostra meglio degli alberghi che fino ad ora ci hanno ospitato .
Cena al sacco in camera ma con grande sorpresa Stefano sfodera fornello e pentolino e sforna una zuppa ai 5 cereali che riscalda un ambiente stanco della giornata.
Il Milan in televisione ospite di due bravi ragazzi (e lavoratori delle trivellazioni d'acqua) conclude la giornata.
Oggi una tappa piu' dura del previsto, speriamo in una giornata senza vento domani.
Chiudiamo a Bir Tanijdar dopo 611 Km.
Bene noi, bene le Moto.

sabato 15 gennaio 2011

15 Gennaio terzo giorno

Alla frontiera riusciamo a chiamare la guida libica, senza la quale saremmo rimasti nella terra tra le due frontiere, e insperabilmente si materializza un'ora dopo. Facciamo le targhe libiche e timbriamo il carnet du passage poi raggiungiamo il primo albergo e terminiamo una giornata nella quale la protezione calata su di noi ha battuto il primo colpo.
Siamo in Libia, al sicuro....
In Libia abbiamo una delle poche ore di fuso che si aggiungeranno all'ora italiana e dunque la sveglia suona un ora dopo..
La strada nazionale libica
La strada nazionale sulla costa mediterranea ha uno dei panorami piu' scialbi che una costa del mar mediterraneo possa offrire ed a cio' si unisce una guida dei locali a dir poco scandalosa ma la scoperta della giornata e' il "nostro" Khaled, la guida libica che parla correntemente italiano e dimostra di conoscere la situazione italiana in modo particolareggiato.
La strada ha posti di blocco continui circa ogni 60 Km a dimostrazione che il controllo sulla popolazione e' sistematico.
Alla classica carnagione nordafricana della gente libica si unisce il nero dei molti immigrati che valicano i confini desertici per transitare nelle nazioni europee e che, per scelta o necessita', stazionano in Libia da clandestini.
Khaled
Una cosa da non fare in Libia e' la pipi' lungo il bordo stradale cio' per evitare di imbattersi in qualche cittadino offeso per il gesto (ma se avete Khaled poi si sistema tutto..).
Chiudiamo a Sirte dopo 615 Km.
Bene noi, bene le Moto.

14 Gennaio secondo giorno

Il Colosseo di El Jem
Da Sousse ci muoviamo verso il confine libico con una sosta al colosseo di El Jem e superata la citta' iniziano a venirci i primi dubbi che la gente in festa la sera prima rappresenti la maggioranza dei tunisini. Nonostante le apparenze, infatti, non era cosi.
Tra un rischio e l'altro...
Ai posti di blocco vediamo le carcasse dei copertoni bruciati e niente polizia ed in lontananza continuiamo a vedere pinnacoli di fumo nero che si riveleranno essere macchine e autobus in fiamme. All'altezza di Medenine, ad una sosta, vengono verso di noi decine di persone armate di bastoni e le prime ci urlano qualcosa proseguendo verso un posto di polizia, in fretta ripartiamo per evitare la massa ma qualche Km piu' tardi veniamo circondati da 4 sbandati che misurano la nostra saggezza.
Adesso puntiamo dritti al confine libico modificando i nostri programmi nonostante l'oscurita' perche' la situazione e' di caos, non c'e' piu' polizia e solo l'esercito presidia le caserme con i mitra in mano, la gente in giro si muove in assembramenti e le facce ci guardano in modo da sconsigliarci qualsiasi sosta e facendoci pensare che anche il volubile confine con la Libia possa essere chiuso o sopraffatto.
Entrati in Libia vediamo arrivare oltre confine le prime macchine con i vetri sfondati .
Abbiamo perso la prima tappa ed abbiamo raggiunto il confine nel minor tempo possibile, era il massimo che potevamo fare.
Chiudiamo a Ras El Jedir dopo 460 Km.
Bene noi, bene le Moto.
La frontiera libica di Ras El Jedir

giovedì 13 gennaio 2011

13 Gennaio Primo Giorno

La situazione tunisina ed in particolare cio che accade a Tunisi condiziona le nostre scelte, la televisione parla di coprifuoco e di morti a Tunisi e di focolai in tutta la Tunisia con particolare riguardo per Bizerte.
Perdiamo Cape Blanc, via verso sud
Cape Blanc dista circa 5 Km da Bizerte ed il fatto che sia necessario attraversarla rende troppo rischioso lo spostamento a Nord .
Decidiamo di prendere le ultime informazioni in frontiera e di decidere all ultimo il da farsi.
Parlando con gli Italiani in partenza e i tunisini in frontiera la situazione ci appare come disperata o quantomeno molto pericolosa e dunque decidiamo di dirigerci a Sud .
Scriviamo, ora, da un albergo di Sousse dove per le strade la gente suona e festeggia le quattro ossa che il dittatore gli ha buttato per salvare se stesso e la sua corte di nani e ballerine.
A noi italiani questo cialtrone ne ricorda un altro sempre circondato di nani e ballerine...
Chiudiamo a Sousse dopo 170 Km.
Bene noi, bene le Moto.
Emblematica ed unica foto di Sousse

mercoledì 12 gennaio 2011

12 Gennaio - Prologo 1 -


Siamo partiti tutti intorno all una e alle 15:30 circa appuntamento al porto.
Dopo un ora di cazzeggio per le zone limitrofe per questioni varie buchiamo un pneumatico.
Il traghetto l abbiamo preso che mancava un quarto d ora... ma il pneumatico l abbiamo sistemato bene... anche a parole.

lunedì 10 gennaio 2011

You position

una  volta entrato  devi selezionare
il viaggio BLACK WAY TRANSAFRICA RAID  
che puo essere facilmente individuata
con la preselezione del tipo di viaggio
chiaramente VIAGGI IN MOTO !!!
Seguiteci e postate le vostre impressioni
saluti
CriGioSte

Registrazione

Con la registrazione del Viaggio sul sito della Farnesina abbiamo terminato la parte organizzativa .

Primo carico 3

Un assetto del Djebel di Stefano durante il giro di prova.

La situazione tunisina

In queste ore la Tunisia vive una situazione di conflitto sociale sfociata in scontri di piazza tra manifestanti (giovani, studenti) e forze di Polizia. Le riforme politico/sociali pretese, giustamente, dai giovani tunisini sono state represse duramente dai militari e le notizie sono tragiche.
La vicina Algeria vive una situazione analoga.
La memoria degli italiani, oggi, non puo' non correre alle ondate di protesta avvenute nel nostro paese negli anni sessanta/settanta anch'esse represse dagli omicidi della polizia fascista.
Per quanto ci sarà possibile, lasceremo Tunisi non appena sbarcati e raggiungeremo Bizerte/Capo Bianco dunque in aree che sembrerebbero non coinvolte dagli scontri, cercheremo di capire cio' che accade e riportarlo su questo blog.
La solidarieta' dovuta agli studenti e l'augurio che tutto possa portare ad un nuovo contesto sociale fondato sui valori di giustizia, uguaglianza, libertà, solidarieta' cardini del socialismo internazionalista non ci distrarra' dall'attenzione alla nostra sicurezza.
N8

domenica 9 gennaio 2011

Buona, comunque, la prova.

Circa 300 Km oggi, un avanti-indietro Milano/Reggio Emilia giusto per provare gli assetti, vedere quello che succede e prendere un po' di freddo.
Bene il Djebel, per l' NX da regolare il mono e sistemare un contatto sulle frecce .
Per il DR ci sono da affinare le regolazioni mono e carburazione e da intervenire su un trafilamento dal basamento motore..Ale apre domani Motoway con un giorno di anticipo sulle sue ferie..il tempo stringe.

giovedì 6 gennaio 2011

Il Blog

Grande simpatia circonda il nostro colorato blog !
Da piu' parti, trasversalmente, anche grande curiosita' circa i cuori e la foto "della tenda"...!! che dire...se questi ultimi frenetici giorni di preparazione ce lo permetteranno aggiungeremo altre foto....
L'occasione e' propizia anche per rinnovare l'invito, a grandi e piccini , di fare un disegnone su "Africa e Moto".

lunedì 3 gennaio 2011

Il giro di prova

Sabato 8 Gennaio e' previsto il giro di prova con le Moto in assetto da viaggio, l'obiettivo e' una percorrenza di alcune centinaia di Km per simulare una tappa.